Hai ereditato debiti? Come evitare di pagarli usando strumenti legali come il beneficio d’inventario o la rinuncia all’eredità.
Accettare un’eredità non significa soltanto entrare in possesso di beni immobili, conti correnti o automobili. In molti casi, infatti, si ereditano anche i debiti del defunto: mutui, cartelle esattoriali, prestiti personali, perfino cause legali in corso. Ed è proprio qui che inizia il problema. Chi firma senza sapere, rischia di trovarsi sommerso da obblighi economici che non gli appartengono.
Il Codice Civile italiano prevede tre modalità per gestire una successione: accettazione pura e semplice, accettazione con beneficio d’inventario e rinuncia all’eredità. Capire le differenze è fondamentale per proteggere il proprio patrimonio personale.

Il beneficio d’inventario come scudo legale
Tra le opzioni offerte dalla legge, il beneficio d’inventario è quella più cauta e intelligente. Questa modalità consente di tenere separati i debiti del defunto dal proprio patrimonio personale. In altre parole, si accettano solo i beni utili a coprire le passività ereditate. Se i debiti superano il valore dei beni, l’erede non è tenuto a integrare con i propri soldi.
Ma attenzione: non si tratta di un’automatismo. Per beneficiare di questa tutela è necessario fare una dichiarazione formale presso un notaio o la cancelleria del tribunale entro tre mesi, se si è già in possesso dei beni. Inoltre, è obbligatorio redigere un inventario completo e dettagliato di tutti i beni e debiti presenti. Qualsiasi errore, omissione o ritardo può far decadere la protezione, esponendo l’erede ai rischi dell’accettazione pura e semplice.
Rinunciare all’eredità per evitare ogni rischio
Quando l’ammontare dei debiti è superiore ai beni ereditabili, o anche solo incerto, la scelta migliore può essere la rinuncia all’eredità. Anche in questo caso, è necessario un atto formale davanti a un notaio o al tribunale. La rinuncia elimina ogni coinvolgimento: non si acquisiscono né beni né debiti.
Secondo la legge, il termine massimo per rinunciare è di 10 anni dalla morte del defunto. Tuttavia, se si compiono atti che implicano volontà di accettazione (come usare un bene, vendere un oggetto ereditato, o richiedere documentazione all’INPS), si viene considerati eredi a tutti gli effetti. Questo è noto come accettazione tacita, e può avvenire anche inconsapevolmente. Una volta accettata l’eredità in modo puro e semplice, non si può più tornare indietro.